Respiro, occhio al piombo
Per ingestione, per l’uso di alcuni cosmetici tradizionali, ma soprattutto per inalazione: l'esposizione al piombo è ancora un tema su cui porre attenzione.
Le simboliche “ricorrenze” nell’ambito della sanità a volte suonano stucchevoli, e se si tratta della “Settimana Internazionale di Prevenzione dell’Avvelenamento da Piombo”, che sarebbe quella in corso, la sensazione istintiva può essere quella che si tratti stavolta del nulla, o giù di lì. Invece le “settimane”, specie quelle che portano il timbro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), servono proprio e anzitutto a sensibilizzarci su alcuni temi sanitari, il che è ulteriormente importante quando si tratta di aspetti rilevanti e al contempo poco considerati.
E quanto sia grave in questo caso lo ricorda proprio l’Oms, che conteggia oltre 850mila morti l’anno per le sue conseguenze, oltre a danni di lungo termine per quasi 17 milioni di persone. Tra le sue cause, un capitolo specifico coinvolge i paesi in via di sviluppo, perché il piombo è ampiamente presente nelle vernici lì utilizzate, in ragione del fatto che solo un terzo degli Stati si è dotato di norme e controlli stringenti in materia.
Ma l’esposizione al piombo può facilmente avvenire ovunque, e anzi i paesi ad ampia urbanizzazione come il nostro ne sono ugualmente ad altissimo rischio. Può infatti avvenire per ingestione (di acqua, cibo o polveri contaminate), per l’uso di alcuni cosmetici tradizionali, ma soprattutto per inalazione: quando cioè si “respira” la benzina, o la combustione di altri materiali contenenti il piombo.
Le conseguenze sono serissime quanto permanenti, colpendo anche lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso. L’Istituto per la Valutazione della Salute (Ihme) stima che la sua esposizione è responsabile del 9,3% della disabilità intellettiva inspiegata, del 4% delle malattie ischemiche cardiache e del 6,6% degli ictus. E poi, alimentano i disturbi renali, e alle donne incinta fanno impennare il rischio di aborti, malformazioni e nascite premature. Ed è proprio il mondo dell’infanzia quello più esposto, in quanto il sistema nervoso in fase di sviluppo assorbe il piombo fino a cinque volte di più.
Il problema chiama tutti alla responsabilità, soprattutto dunque verso le nuove generazioni. L’Oms fissa appunto la priorità di un bando totale e globale sulle vernici al piombo. Ma si può fare anche molto altro. Si tratta di danni alla salute definiti “completamente evitabili”, sicché la mancata risposta dei decisori su questo è a maggior ragione una colpa non ammissibile.
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