Oppioidi e dolore, una battaglia globale di civiltà
I dati dell'ultimo rapporto dell'Institute for Healthecare Informatics (Ims) ribadiscono l'importanza e la sicurezza della categoria farmacologica degli oppioidi.
Ci sono un paio di dettagli importanti rimasti largamente sottotraccia nei resoconti giornalistici sull’ultimo rapporto pubblicato nella fine dell’anno scorso dall’Institute for Healthecare Informatics (Ims). Questo prevede entro il 2020 un aumento rilevante, e per certi versi allarmante, della spesa farmaceutica globale, fino alla cifra strabiliante di circa 1,4 milioni di miliardi di dollari. A incidere ci sono diverse variabili, non tutte “amiche” dei pazienti, quali l’introduzione di alcuni nuovi farmaci troppo costosi. Ma c’è dell’altro in quella cifra, che viceversa segna una svolta salvifica per la collettività.
Dentro ci sono almeno due buone notizie. La prima è che si prevede un aumento delle persone che potranno essere curate: ci sono ancora centinaia di milioni di persone del tutto escluse dalla Sanità, saranno di meno. La seconda è che il settore su cui si prevede l’incremento maggiore è proprio quello della terapia del dolore, finora purtroppo ai margini in larga parte del mondo.
Ebbene, si stima che entro il decennio la spesa complessiva per il dolore cronico, aggiunta a quella per le malattie rare, raggiunga la proporzione del 28% del totale. Il salto in avanti è dedotto da analisi di mercato, e per giunta non tiene conto di ulteriori spinte possibili, di natura politico-culturale.
In questo è interessante osservare il dibattito sugli oppioidi negli Stati Uniti. E’ lì che, prima che altrove, il ricorso ai farmaci oppioidi ha trovato sviluppo e riparo. Ed è lì che, prima che altrove, si scatena anche una battaglia “contro”, con argomenti che muovono dall’ideologia all’interesse commerciale. Tanto da indurre perfino il governo, tramite il Centre for Disease Control and Prevention (Cdc), ad annunciare l’anno scorso imminenti “linee guida” più restrittive in materia, sulla base di vaghi allarmi su indimostrati effetti collaterali.
La notizia è che non sono mai uscite. Invece è emerso un documento della Fda, l’Agenzia del farmaco statunitense, che ribadisce la sacrosanta importanza di un’attenzione medica nelle prescrizioni, ma nessun’altra vera controindicazione. Il principio, tra mille ostacoli, è ribadito anche dall’Aifa. “ Gli oppioidi – si legge – comportano un beneficio significativo per i pazienti”.
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