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Le apnee notturne diventano “fuorilegge”


Curioso, forse discutibile. Sta di fatto che dalla vigilia dello scorso Natale i disagi notturni del sonno sono entrati perfino nel mirino del legislatore. Il presupposto è che quasi un quarto degli incidenti stradali è causato da colpi di sonno, quasi tutti riconducibili alle apnee notturne.


Curioso, forse discutibile. Sta di fatto che dalla vigilia dello scorso Natale i disagi notturni del sonno sono entrati perfino nel mirino del legislatore. Il presupposto è che quasi un quarto degli incidenti stradali è causato da colpi di sonno, che sono a loro volta perlopiù conseguenza delle apnee ostruttive notturne. Ebbene, il decreto legge varato dal governo, recependo una direttiva europea, stabilisce che chi ne soffre – ovvero se il suo medico ne sospetta qualche sintomo - dovrà sottoporsi a una visita di controllo per ottenere il rilascio o il rinnovo della patente di guida.

Non sono pochi, la stima è di circa un milione e mezzo di italiani, e peraltro la diagnosi è assai difficile per il medico, dato che il problema si manifesta appunto durante il sonno. E proprio in ragione di questa difficoltà è stato organizzato un “corso televisivo” su un canale Sky, edito dall’agenzia Adnkronos, che in quattro puntate proverà ad aggiornare sul tema gli stessi addetti ai lavori.

L’apnea è qualcosa in più del russamento, che è un’ostruzione solo parziale delle vie respiratorie. Quando è totale può essere pericolosa. “ Chiunque occasionalmente trattiene il respiro – spiega Stefano Di Girolamo, otorinolaringoiatra dell’Università romana di Tor Vergata, coordinatore del corso – ma se la pausa si prolunga per più di 10 secondi il fenomeno diventa anormale. E se si ripete molte volte nella notte, può comportare rischi importanti ”.

Tali rischi sono molteplici, anzitutto di natura cardiologica e neurologica, come discusso in questi giorni anche in un Convegno a Firenze sulle cosiddette “malattie del futuro”. Inoltre, da una ricerca nipponica presentata lo scorso settembre a un Congresso europeo a Stoccolma, emerge un effetto collaterale ulteriore: la sonnolenza diurna aumenterebbe il rischio di diabete 2, addirittura del 56%. I motivi sono da accertare, ma si ipotizzano connessioni proprio dalla morsa tra i disturbi del sonno e quelli cardiaci.

Da Stoccolma spunta anche un consiglio. Bene la siesta, purché sia breve, una mezzoretta. Altrimenti si appesantisce il risveglio e si affatica il successivo sonno notturno, innescando quell’insidioso circolo vizioso. In cui il rischio di perdere della patente è solo l’ultimo dei problemi.


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