L’appello di Italia Longeva: invecchiare non fa rima con dolore
L’Italia è uno dei paesi più longevi del mondo, ma avere il record di longevità non basta.Le persone anziane spesso soffrono di patologie che causano dolore, ed altrettanto spesso il dolore da sintomo diventa esso stesso malattia (il dolore cronico).
L’Italia è uno dei paesi più longevi del mondo: sui quotidiani è stato possibile leggere, nei giorni scorsi, la notizia della signora verbanese che ha acquisito il record di donna più anziana del mondo. Avere il record di longevità non basta.Le persone anziane spesso soffrono di patologie che causano dolore, ed altrettanto spesso il dolore da sintomo diventa esso stesso malattia (il dolore cronico).
Non è raro però che tale condizione, più frequente nelle persone anziane, sia scambiato con una caratteristica dell’invecchiamento: quante volte abbiamo sentito la frase “è normale alla sua età… bisogna sopportare..”, per cui oltre alla sofferenza si aggiungono segni di rassegnazione, depressione e, a volte, anche di isolamento. Ma per il dolore cronico c’è una soluzione, una possibilità di trattamento e soprattutto il non soffrire deve essere considerato un diritto.
È da queste considerazioni, semplici, pragmatiche ma finalizzate al mantenimento di una buona qualità di vita, che nel 2015 nasce il progetto “Dolore: istruzioni per l’uso”, che ha coinvolto, attraverso incontri di aggiornamento e un sistema di condivisione online di dati e casi clinici, decine di geriatri sparsi su tutto il territorio nazionale.Promossa e sostenuta fin dall’inizio da Italia Longeva, Rete Nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva, impegnata sul territorio nazionale, nel promuovere un invecchiamento attivo, inizia ora la seconda fase del progetto (ufficializzata con un simposio tenutosi al Policlinico Gemelli di Roma lo scorso 5 maggio), che si avvale di una piattaforma di raccolta dati aggiornata e di un pool di medici.
Gli obiettivi sono, da un lato, quello di disegnare lo scenario in cui vive la persona angustiata dal dolore (le caratteristiche del dolore, come esso incide sulla vita quotidiana, come potremmo curarlo, quali sono le aspettative della persona); dall’altro, lo sviluppo un network attivo, partecipe e multidisciplinare di professionisti della salute, all’interno del quale condividere conoscenze e approcci terapeutici innovativi.
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