Dolore: servono l’agopuntura, chiropratica o simili?
Nello scontro tra i “creduloni” e gli “scettici” sull’esteso armamentario di “massaggi” di vario tipo c’è qualcosa in mezzo, che poi non è banalmente una “via di mezzo” bensì la giusta strada di chi cerca seriamente il sollievo.
Nello scontro tra i “creduloni” e gli “scettici” sull’esteso armamentario di “massaggi” di vario tipo c’è qualcosa in mezzo, che poi non è banalmente una “via di mezzo” bensì la giusta strada di chi cerca seriamente il sollievo. Tra una parola e l’altra arrivano quelle dei pazienti, ovvero delle relative associazioni, che forse “pesano” più delle altre. A tentare di tracciare un “punto” scientifico sono ora le organizzazioni americane, raccogliendo in un unico testo i “Comsumers’ Reports” alla ricerca di qualche chiarezza su alcuni trattamenti, dalla prevenzione alla cura.
Questa è la loro risposta, sapendo comunque che non è definitiva, e men che meno esaustiva. La “chiropratica”, concepita a fine del 19mo secolo con specifico riferimento alla prevenzione e la cura dei disturbi muscoloscheletrici, ha ricevuto alcuni riscontri scientifici, che ne hanno riconosciuto gli effetti positivi della manipolazione per l’alleviamento dei dolori di breve termine, con ancor maggior sollievo rispetto agli anti-infiammatori non steroidei (Fans). Al contempo, però, non risulta ai fatti efficace per i dolori cronici e acuti, specie al collo, e anzi rischiano di alimentare effetti collaterali quali l’emicrania.
Poi c’è il generico “massaggio”, di tradizione antichissima nel trattamento del dolore (a iniziare dagli Egizi e dai Cinesi), con un’infinita varietà di declinazioni e tecniche. Ebbene, la scienza ne conferma i beneficio, specie per quel che riguarda la schiena, e alcuni effetti funzionali, dal cammino al sonno. Permangono tuttavia alcune incognite sulle ragioni del sollievo, dai meccanismi nervosi al rilascio dell’endorfina o altri ormoni. Sta di fatto che, se fatto bene, il massaggio può davvero far bene a limitare il dolore.
E ancora, c’è la tradizionale pratica cinese dell’“agopuntura”, basata sul concetto che il dolore scaturisca essenzialmente da un “blocco energetico”, la cui “liberazione” può esser dunque di rilevante sollievo. Anche qui, il beneficio è scientificamente accertato, a condizione che la pratica sia condotta da professionisti e non da millantatori improvvisati. In diversi casi non si esclude la ragione di un “effetto placebo”, innescato dal solo fatto che qualcuno cerchi di occuparsi del nostro dolore, ma il sollievo è comunque oramai scientificamente documentato, specie per dolori al collo e alla schiena, tanto da venir sempre più praticato da fisioterapisti occidentali di massimo livello.
Tutto questo, beninteso, non basta a debellare del tutto il dolore, e soprattutto le sue cause. Ma è bene ricordarsi anche del contrario, ossia che il dolore è un tema complesso, la cui battaglia non si vince generalmente solo con una “pillola”, ma con una serie di misure di prevenzione, senza esclusione per qualche buona manipolazione. Purché fatta sul nostro corpo da professionisti, s’intende.
Vai al progetto