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Progetto Obiettivo Zero Dolore

Dolore, le donne soffrono meno? No, reagiscono meglio.


Le differenze biologiche esistono, ma di certo non influiscono sulla percezione del dolore in sé.


"Gli uomini tollerano il dolore meno delle donne”, titolava un lancio d'agenzia il mese scorso e, a ruota, alcuni siti, blog, riviste di sociologia. Il tema è serio, e lo spunto arriva da esiti scientifici. “Gli uomini hanno bisogno di almeno il 60% in più di morfina per ottenere lo stesso effetto”, ha spiegato ai cronisti Antonio Corcione, presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) al termine del suo XIV Congresso nazionale lo scorso dicembre a Napoli.

Le sintesi giornalistiche possono però essere a volte fuorvianti. La realtà è quella di una maggior capacità biologica femminile di rispondere al dolore, con particolare riferimento al parto, per un diverso metabolismo epatico degli oppiacei in relazione alla presenza in circolo di ormoni sessuali, ma non una minore sofferenza, come si potrebbe desumere.

Sulla sussistenza del dolore, quanto finora accertato evidenzia l'opposto e rappresenta l’ennesimo gap a danno del gentil sesso. In base a quasi tutte le ricerche di genere compiute negli ultimi quindici anni tra Europa e Stati Uniti, il dolore cronico colpisce le donne più degli uomini, e per giunta più intensamente. Ulteriore aggravante, è una realtà poco riconosciuta nell'opinione pubblica e perfino in parte degli addetti ai lavori. Diverse indagini, specie oltreoceano, hanno documentato la difficoltà di molte donne a convincere i loro stessi medici sull'entità e la natura della loro sofferenza.

Reagiscono meglio, dunque. Ma rimangono le principali vittime di un diritto universale tuttora negato, quello al sollievo dal dolore cronico.


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