Mandelli (Fofi): agire sugli stili di vita
Fare prevenzione agendo sullo stile di vita, avendo cura, cioè, di avere piccoli attenzioni quotidiane per se stessi che possono aiutare a contrastare l’insorgere di gravi patologie. Il farmaco deve essere considerato come l’extrema ratio: prima di tutto è bene curarsi a tavola, mangiando sano, in modo da mantenere il peso sotto controllo e assumendo tutti i nutrienti necessari per il corretto funzionamento dell’organismo. Fare sport, ma, prima ancora, muoversi, sempre di più e in ogni occasione possibile. Astenersi dal fumo e limitare l’alcool completano la ricetta per prevenire diverse patologie, guadagnandoci in salute e, nel contempo, consentendo un risparmio sul budget del Servizio sanitario. Apparentemente sembrano i soliti consigli, tuttavia, considerando che gli italiani sono tra i più soprappeso nell’Unione Europea e considerando che numerose patologie, molto gravi e sempre più diffuse, quali diabete ed eventi trombotici, hanno sempre una maggiore incidenza sulla popolazione italiana, vale la pena soffermarsi su una recente intervista rilasciata da Luca Pani, direttore generale dell’Aifa, così commentata da Andrea Mandelli, presidente della Fofi: “Non si può che concordare con il direttore generale dell’Aifa: agire sullo stile di vita per ridurre il consumo di farmaci e migliorare l’aderenza alle terapie sono due punti irrinunciabili per il governo della spesa sanitaria e per salvaguardare il Servizio sanitario nazionale. Ed è importante che il professor Pani abbia citato, accanto ai medici di famiglia, i farmacisti come protagonisti dell’opera necessaria a raggiungere questi obiettivi”. Infatti, la Fofi ha già da tempo individuato prestazioni che possono aumentare l’adesione alla terapia, tuttavia, denuncia Mandelli: “I farmacisti di comunità rischiano di non poter svolgere né questa né le altre funzioni a tutela della salute dei cittadini se non si attueranno misure adatte a contrastare la grave crisi che ha colpito le farmacie. È fondamentale, quindi, che si riprenda il cammino per la riforma della remunerazione, così da poter anche portare in farmacia i medicinali innovativi. Se non si agisce in questo senso, si può perdere non soltanto la capillarità del servizio farmaceutico, ma anche l’apporto di migliaia di professionisti della salute da sempre vicini al cittadino”.